Abbattere le barriere architettoniche per permettere ai turisti disabili di godere a pieno della bellezza dei Fori imperiali. Con questo fine nei giorni scorsi è stato lanciato a Roma il progetto “Percorsi”, che vuole migliorare l’accessibilità agli splendidi luoghi di cultura della Capitale. Alla presentazione dell’iniziativa – promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma – era presente anche Massimo Bray, ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo.
“Il progetto – ha detto Bray – utilizzerà strumenti che si inseriranno con garbo e in maniera reversibile all'interno di contesti preziosi e delicati come il Foro romano e il Palatino. L’accessibilità ai luoghi della cultura è una delle priorità più importanti che ci dobbiamo porre per una vera crescita culturale della società”.
Nello specifico, ‘Percorsi’ prevede quattro interventi, tre di questi sono già stati realizzati, mentre l’ultimo sarà completato in primavera. Già attiva la nuova biglietteria, all'ingresso dell'Arco di Tito che permetterà uno snellimento delle code. A Largo Salara vecchia (lungo via dei Fori imperiali), invece, è già funzionante anche l’ascensore panoramico in vetro, della portata di 10 persone, che consente di superare il dislivello di circa6,50 metri, tra l’ingresso e l’inizio dell’itinerario. Completata, inoltre, la nuova rampa, con pendenze dolci, che permette di scalare senza difficoltà il Palatino.
Ad aprile, infine, verrà completato un percorso facilitato, lungo 1200 metri, con una pavimentazione liscia che rende più agevole la percorrenza di sedie a rotelle e deambulatori. L’itinerario collega l'ingresso presso l'Arco di Tito con l'Arco di Settimio Severo, a ridosso del Campidoglio.
“I nuovi itinerari – ha detto il Soprintendente Speciale per i Beni Archeologici di Roma Mariarosaria Barbera – sono stati sviluppati utilizzando aree oggi chiuse ma che offrono la possibilità di superare ostacoli e varchinelle antiche murature, oltre che aprire nuove prospettive visive per i visitatori”.
Dal 2008 la Soprintendenza lavora per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per la semplificazione dei percorsi, progettando opere finalizzate alla revisione di pavimentazioni sconnesse o composte di materiali non idonei, delle pendenze elevate, dei gradini, tutti elementi che possono inibire di fatto la fruizione dei siti archeologici per le persone con disabilità motorie. Gli interventi, ha sottolineato in una nota la Soprintendenza, si sono resi ancor più necessari alla luce dell’aumento dell’affluenza in questa zona che, negli ultimi 15 anni, ha visto salire il numero di visitatori da 1,5 a 4,5 milioni.