Fare sport regolarmente e prestare attenzione alla dieta. Si possono riassumere così le sette linee guida per prevenire l’Alzheimer elaborate da un gruppo di ricercatori internazionali.

I consigli sono stati recentemente pubblicati dalla rivista Neurobiology of Aging. Tra le indicazioni fornite dal gruppo di scienziati riunitisi nei mesi scorsi a Washington, per iniziativa della Physicians Committee for Responsible Medicine, la principale riguarda il controllo dei livelli di assunzione di rame, a partire da un semplice test del sangue (C4D).

La correlazione fra questo minerale e l’insorgenza dell’Alzheimer è stata recentemente provata da uno studio tutto italiano pubblicato su Annals of Neurology. Nello specifico la ricerca è stata condotta dai Centri Fatebenefratelli di Roma e di Brescia, con l'Università Cattolica-Policlinico Gemelli.

Proprio all'assunzione di metalli per via alimentare è dedicato un intero capitolo delle linee guida pubblicate dopo il Congresso.

“Il rame è un elemento essenziale per la vita – sottolinea Rosanna Squitti – che introduciamo nel nostro organismo mediante la dieta. Le linee guida sono rivolte a chi presenta difficoltà nel metabolismo di questo metallo, ovvero lo elimina con più difficoltà. Pertanto prima di fare qualsiasi dieta, è necessario verificare tale stato. In particolare, le persone che hanno superato i 55 anni e sospettano di avere delle dimenticanze, oltre all'esame del colesterolo e alle altre indagini del caso, possono effettuare anche il test del rame cosiddetto ‘tossico’ o libero (non legato alle proteine)”.

Alle persone che si sono sottoposte all'esame C4D e presentano livelli fuori norma di rame libero nel sangue, le linee guida consigliano di evitare l'assunzione di vitamine che contengono metalli. “A meno di indicazioni specifiche del medico curante (per problemi di anemia, ad esempio), questi complessi multivitaminici – ha detto ancora Squitti – sono dannosi e lo diventano ancor più se assunti congiuntamente a cibi ad alto contenuto di rame, come il fegato, i frutti di mare, le ostriche e le cozze, che andrebbero quindi consumati da queste persone in quantità moderate”.

Queste le altre indicazioni fornite dalle linee guida: ridurre l'assunzione di grassi saturi e trans-insaturi(contenuti ad esempio nelle carni rosse), aumentare il consumo di alimenti vegetali, soprattutto legumi. Secondo i ricercatori, inoltre è consigliato anche assumere cibi contenenti vitamina E (semi, spinaci o altri vegetali a foglia larga), che è in grado di aumentare la resistenza dei neuroni ai processi degenerativi.

“Resta fermo il fatto – conclude Squitti – che è sempre opportuno farsi seguire da un medico o un nutrizionista che darà le indicazioni specifiche per ogni caso. Anche l'esercizio fisico compare tra le linee guida:fare attività fisica per 40 minuti al giorno aumenta il trofismo dei neuroni, ovvero la loro capacità di resistere ad eventi di degenerazione scatenate da alcune malattie come appunto l'Alzheimer”.

Share This