Da pochi mesi nella Regione Lazio è stato avviato il percorso di autorizzazione all’erogazione del servizio di assistenza domiciliare. Questo percorso, lungamente atteso da parte degli operatori del settore come OSA, implica che per svolgere questa attività si debba essere in possesso dei requisiti stabiliti dai relativi decreti regionali, che stabiliscono quali sono i criteri (sia strutturali sia organizzativi) che un operatore del settore deve avere per poter fornire questo servizio in sicurezza.

In base a quanto stabilito dalla Regione, dunque, le Asl stanno procedendo alle attività ispettive di sopralluogo per verificare che chi, come OSA, ha presentato la richiesta per avere l’autorizzazione, abbia tutte le carte in regola per erogare il servizio di assistenza domiciliare.

“Le prime ispezioni sono state effettuate e attendiamo con fiducia l’esito – ha detto il dottor Francesco Giuffrida, Direttore Sanitario di OSA -. La Cooperativa si sta preparando da anni ed è stata fra i primi a chiedere che un servizio come l’assistenza domiciliare, effettuato da professionisti della salute, fosse inquadrato in un regime di regole valide per tutti, in grado di garantire la sicurezza del paziente”.

requisiti per ottenere l’autorizzazione, come già accennato in precedenza, sono strutturali e organizzativi. Nella prima categoria vengono elencate tutte le caratteristiche che la centrale operativa deve avere. Ad esempio, si legge nella delibera, viene richiesta la presenza di: “un locale per accoglienza e per attività amministrative; un locale adibito alla direzione del servizio, utilizzabile anche per riunioni d’équipe; un locale per deposito del materiale pulito, con armadi per i materiali d’uso, strumentazione, farmaci e dispositivi medici; un locale per il deposito del materiale sporco, con uno spazio delimitato, adibito al lavaggio ed alla sterilizzazione dei ferri, laddove non viene utilizzato solo materiale a perdere monouso”.

Per quanto riguarda i criteri organizzativi, invece, la legge prevede, fra le altre cose, che chi eroga il servizio di assistenza domiciliare abbia: “una direzione che si assuma la responsabilità dell’attività svolta; un medico (iscritto al relativo albo professionale come direttore del servizio, presente per le ore previste dagli standard regionali; un coordinatore sanitario con almeno tre anni di esperienza nel settore, con un monte orario dedicato all’attività di coordinamento (24 ore settimanali)”.

Sempre sul fronte dei requisiti organizzativi, il decreto prevede anche che il direttore, sia presente a tempo pieno (36 ore), in caso di servizio che abbia più sedi di assistenza domiciliare oppure che operi su territori di Asl diverse. Inoltre, una struttura che eroga servizi di assistenza domiciliare deve nominare un infermiere coordinatore con almeno tre anni di esperienza nel settore, con un monte orario dedicato all’attività di coordinamento (24 ore settimanali).

Secondo i criteri individuati dalla Regione, infine, l’apertura della centrale operativa deve essere  garantita per 5 giorni a settimana, e l’attività di servizio si deve svolgere, di norma, per almeno 6 giorni a settimana. Nel caso dell’assistenza a pazienti complessi, tuttavia, è richiesta un’attività domiciliare di 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno.

OSA è in possesso di questi requisiti ormai da diversi anni ed è servita da esempio, con le sue modalità organizzative, per la individuazione dei criteri stessi. In questo modo la Cooperativa ha contribuito a definire sempre di più, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, il ruolo di chi opera nel campo dell’assistenza domiciliare sanitaria.

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