Farmaci intelligenti, basati sulle nanotecnologie, capaci di colpire solo le cellule malate, risparmiando il resto dell'organismo dagli effetti collaterali dovuti all'assunzione. È questa la principale caratteristica dei “nanofarmaci”, protagonisti indiscussi del Nano World Cancer Day 2016, l'evento internazionale organizzato dalla European Technology Platform for Nanomedicine, ente che raggruppa istituzioni di ricerca, aziende farmaceutiche e scienziati impegnati in questo settore, che si è svolto lo scorso 2 febbraio in contemporanea in 12 paesi.

 

In Italia i promotori dell'iniziativa sono stati l'Università di Milano-Bicocca e la Fondazione Istituto dei Tumori. Lo scoglio più grande da superare è quello di applicare queste tecnologie contro il cancro: gli scienziati stanno lavorando a dei vettori, delle micro-capsule capaci di funzionare da veicolo per i farmaci e di guidarli sul bersaglio voluto. Raggiunta la giusta destinazione, occorre però che il vettore superi le barriere biologiche delle cellule malate. “La ricerca è attualmente concentrata sui sistemi di riconoscimento della 'fermata' giusta, sui metodi per aprire le 'porte' delle cellule e sulle chiavi per superare le diverse barriere”, spiegano i ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca.

 

In Europa esistono più di 500 piccole e medie imprese che operano nella nanomedicina, 150 negli Stati Uniti. Attualmente sono 49 i nanofarmaci presenti sul mercato, per un valore di circa 100-130 miliardi di dollari. Sul fronte della sperimentazione sono più di 230 i nanofarmaci attualmente testati sull'uomo, il 30% dei quali sono terapie per il cancro.  

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