Presentata il 25 ottobre 2018 nell'ambito del 6° Congresso regionale della Fp Cgil di Roma e Lazio una ricerca sull’occupazione nel pubblico impiego. I dati sono stati elaborati sulla base del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato e riguardano: Ministeri, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenzie Fiscali, Enti Pubblici non economici, Regioni e Autonomie Locali, Servizio Sanitario.
In Italia dal 2001 al 2016 si è passati da 1.612.924 unità del 2001 a 1.342.085 del 2016, con una riduzione di 270.839 dipendenti, pari a -16,8%.
Nel Lazio da 189.538 unità del 2001 a 155.053 del 2016, con una riduzione 34.485 dipendenti, pari a -18,2%.
“Un quadro allarmante – rileva la CGIL nel documento -. Cresce l’età media e si riduce il rapporto tra dipendenti e cittadini, determinando – soprattutto in ambito sanitario e dei servizi alla persona – un livello occupazionale non sufficiente a garantire regolarità e qualità dei servizi, senza contare che l’età media avanzata di una vasta platea di lavoratori comporta una maggiore esposizione a malattie professionali”.
Nel dettaglio in Italia sono state rilevate riduzioni degli addetti, in tutti i comparti pubblici:
– 45.660 unità nei Ministeri, -23,3%;
– 748 unità nella Presidenza del Consiglio, -18,3%;
– 4.001 unità nelle Agenzie Fiscali, -7,3%;
– 22.255 unità negli Enti Pubblici, -34,4%;
– 147.964 unità nelle Regioni e Autonomie Locali, -24,9%;
– 39.715 unità nel Servizio sanitario, -5,8%.
Nel Lazio, sono state rilevate riduzioni in % più gravi:
– nei Ministeri, -25,6% a fronte del -23,3% generale;
– negli Enti Pubblici, -28,9% a fronte del -34,4% generale;
– nella Sanità, -10,2%, a fronte del -5,8 % generale.
La riduzione media annua nel triennio 2014 – 2016 è stata in Italia del 2%, nel Lazio è stata del 2,2%.
“Il quadro risulterebbe ulteriormente aggravato nell’ipotesi di riforma delle pensioni con ‘quota 100’. Circa 500 mila dipendenti in Italia, 65 mila nel Lazio, nel 2019 avranno infatti tra 58 e 67 anni. Nel triennio 2019-2021 saranno sessantenni o ultrasessantenni e molti di questi potranno presumibilmente accedere al pensionamento utilizzando la ‘quota 100’ a 62 anni. Un'emorragia – sottolinea il Sindacato – solo in parte compensata dai pur difficili processi di stabilizzazione e dai pochi concorsi banditi”.
(Fonte: Funzione Pubblica Roma e Lazio – CGIL)