In Italia, circa il 57% degli uomini e il 58% delle donne, di età compresa tra i 35 e i 74 anni, ha il valore della colesterolemia totale maggiore o uguale a 200 mg/dl, mentre il 62% degli uomini e il 61% delle donne (stessa fascia d’età) riporta un livello di LDL uguale o superiore a 115 mg/dl. In poche parole, la presenza di colesterolo nel sangue degli italiani è tutt’altro che un fenomeno lieve.

La terapia “standard” per il controllo colesterolemico si basa sull’assunzione di statine, cioè di inibitori dell’HMG-CoA reduttasi, in grado di frenare la produzione di colesterolo nel fegato. Questi farmaci, agendo al livello epatico, bloccano l’enzima responsabile della produzione di colesterolo, sostanza direttamente legata al rischio di problemi cardiaci. 

È di pochi giorni fa uno studio condotto da Bruno Stricker, dell’Erasmus Medical Centre in Olanda e pubblicato sul British Journal of Clinical Pharmacology, che dimostra come l’assunzione di statine potrebbe essere direttamente connessa all’insorgenza del diabete. Secondo questa ricerca, infatti, i farmaci per il colesterolo determinano un peggioramento della sensibilità all’insulina (l’ormone prodotto nel pancreas atto a regolare la concentrazione di zucchero nel sangue – glicemia), e, insieme ad esso, il declino della produzione dell’ormone stesso.

Dallo studio, che ha coinvolto 9535 individui non diabetici di oltre 45 anni monitorati per 15 anni, è emerso che chi assumeva statine presentava un rischio del 38% maggiore di sviluppare il diabete nel corso della ricerca, oltre ad un grado maggiore di insulino-resistenza (cioè una ridotta recettività dell’ormone).

In ogni caso, sottolinea Salvatore Piro (Segretario Nazionale della Società Italiana di Diabetologia), bisogna considerare che “i soggetti più a rischio di ammalarsi erano quelli in sovrappeso, o già di per sé con fattori di rischio per il diabete. I risultati dello studio rimangono importanti, perché confermano l’associazione tra utilizzo di statine e rischio di insorgenza di diabete, cosa da tenere ben presente per gli studi futuri. Ciò non toglie, comunque, che ad oggi, a parità d’effetto, il beneficio delle statine in termini di prevenzione cardiovascolare rimane maggiore rispetto al rischio di sviluppare diabete”.

Fonte: ansa.it

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