La medaglia d'argento agli Europei finlandesi della scorsa primavera, l’incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella insieme agli altri atleti azzurri e poi la doppia convocazione per gli stage tecnici e i raduni delle nazionali giovanili Under 19 e Under 23 che apre le porte al sogno delle Olimpiadi di Tokyo 2021. Grandi soddisfazioni per Kristian Gandolfo, 16 anni, cestista di ‘OSA I Ragazzi di Panormus’, la squadra siciliana di basket in carrozzina sostenuta dalla Cooperativa, che proprio nei giorni scorsi ha ricevuto la notizia da parte della FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina) della chiamata da parte del direttore tecnico Fabio Castellucci.
Oltre a lui, la squadra di ‘OSA I Ragazzi di Panormus’ può vantare anche altri nazionali. Ben 4 compagni di squadra di Kristian, infatti, figurano nell’elenco dei convocati e, appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, potranno prendere parte ai raduni azzurri. Si tratta di Mattia Vernengo (classe 2003), Gabriele Di Cristina (classe 2007), Salvo Viterbo (classe 2006) e Nicolino Arrisicato (classe 2006), a cui bisogna aggiungere anche Rachele Giglio, anche lei azzurra e giocatrice della selezione femminile della società palermitana.
Con la stagione finita in anticipo, la chiamata dell’Italia ha dato grande entusiasmo e grande speranza a questi ragazzi. “Sono emozionatissimo”, esordisce Kristian, “la conferma in nazionale mi riempie di gioia ma allo stesso tempo mi responsabilizza anche perché all’orizzonte ci sono le olimpiadi, il traguardo sicuramente più importante nella vita di un atleta. Una doppia opportunità che non devo lasciarmi sfuggire”.
Anche se da Febbraio non si è più giocato e gli impianti sportivi sono deserti Kristian non ha mai smesso di allenarsi, mantenendosi in contatto con tutta la squadra.
“Abbiamo aperto una chat con il nostro allenatore Maurizio Gambino, dove ci scambiamo video e consigli su come migliorarci e proseguire nella preparazione atletica e tattica”, spiega il 16enne atleta di 'OSA I Ragazzi di Panormus'. “ Può sembrare strano ma le mie giornate in casa sono piene e impegnative: la scuola in videoconferenza ogni mattina e nel pomeriggio i compiti. Appena ho dieci minuti liberi li dedico alla pallacanestro in cortile. Non vedo l’ora che tutta questa situazione finisca per ritrovarmi con i miei amici e riprendere a giocare. Sono queste le cose che più mi mancano: gli amici e la pallacanestro. Questo virus non porta soltanto lutti nelle famiglie ma impedisce a tutti di vivere perché ci costringe ad isolarci gli uni dagli altri. Penso che quando tutto questo sarà finito”, conclude, “dovremo ricordarci di chi non è più con noi, magari con un minuto di silenzio prima di cominciare le partite. Bisogna dimostrare che siamo vicini a tutte quelle persone che hanno perso un parente o un amico. Per questo dobbiamo ringraziare tutti quei medici, infermieri e operatori sanitari che si sono sacrificati per noi.”