Si è svolto oggi a Palermo presso la Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, il convegno “Ricerca, modelli e cura. Le proposte di OSA per il futuro dell’Assistenza Domiciliare Integrata”.
L'appuntamento promosso da OSA, in collaborazione con la Fondazione Ebri – Istituto Rita Levi Montalcini (European Brain Research Institute), ha rappresentato l'occasione per fare il punto sullo stato dei servizi di assistenza domiciliare integrata oggi e presentare i principali punti di forza della proposta di servizio offerta dalla Cooperativa in Italia e in molte province della Sicilia.
Numerosi i rappresentanti delle istituzioni presenti, tra cui il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciché, l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, la presidente della Commissione ARS alla Sanità, Margherita La Rocca Ruvolo, la presidente della Commissione ARS Territorio, Ambiente e Mobilità, Giusi Savarino e il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Nutrito e altamente qualificato, per profilo istituzionale, scientifico e professionale, il novero di relatori che si sono succeduti nel corso della giornata.
“Per rendere strategica ed efficiente l’assistenza domiciliare occorre seguire anche in Sicilia la via di un accreditamento trasparente e solidale, che consenta la possibilità di scegliere da parte delle famiglie tra operatori diversi in competizione tra loro per qualità ed efficacia delle prestazioni, premiando quelle strutture che meglio si sanno organizzare”, ha sostenuto Giuseppe Milanese, Presidente OSA e Confcooperative Sanità. “L’Italia è uno degli ultimi paesi in Europa sul fronte dell’assistenza domiciliare integrata, ma la Sicilia si è mossa molto in questo settore grazie alle gare d’appalto, che oggi però vogliamo superare. Tutte le province siciliane offrono realtà che operano nel settore, ma immaginiamo un sistema aperto. In questo modo si potrebbero attraversare tante fasi delle malattie a casa: questo significa vantaggi non solo per gli utenti, ma anche per il sistema, perché si spenderebbe di meno”.
“L’accreditamento è un momento importantissimo perché potrà dare garanzie a sicurezza del cittadino”, ha detto Daniela Faraoni, direttore Asp Palermo. “Oltre all’accreditamento è però necessario un sistema di monitoraggio per verificare l’appropriatezza delle prestazioni svolte, come l’erogazione dei farmaci al paziente. L’assistenza domiciliare integrata, oltre a contribuire a un miglioramento della qualità di vita del paziente, rappresenta anche un mezzo per controllare il fenomeno di sovraffollamento dei pronto soccorso”.
“Al fine di snellire le problematiche proprie delle procedure, a partire dai contenziosi”, ha sottolineato il direttore generale dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, “è assolutamente necessario procedere con l’accreditamento. L’Asp di Trapani sta consolidando sempre più, nel tempo, un rapporto costruttivo con i medici di assistenza primaria, riuscendo ad ottenere importanti risultati, ed è in linea con gli indicatori ADI, avendo raggiunto nel 2018 oltre 4 mila soggetti di cui 3.375 anziani”.
Nel suo intervento l'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, ha ricordato: “La Regione da molti mesi sta provando a fare un salto di qualità per superare il modello di assistenza domiciliare integrata. Ma per farlo bisogna vincere due sfide, una di organizzazione e una culturale. E comprendere che, a fronte della crescita della popolazione con riferimento all'età e alla cronicizzazione delle patologie, la risposta più efficiente non è l'ospedale, ma l'assistenza domiciliare integrata di qualità”.
IL PROTOCOLLO D’INTESA EBRI-OSA
Presentato anche il nuovo protocollo di intesa tra OSA e Fondazione EBRI, che consentirà alla Cooperativa di gestire insieme ai caregiver e ai familiari i programmi terapeutici rivolti in particolare alle persone affette da Alzheimer.
“OSA ed EBRI hanno deciso di firmare un protocollo d’intesa”, ha aggiunto il presidente OSA Giuseppe Milanese. “Perché credo sia fondamentale, per il futuro, garantire all’azione assistenziale una scientificità di primo livello, che EBRI ci può fornire e garantire. È un onore, per OSA, poter dire che da adesso i nostri 50mila assistiti potranno essere osservati e considerati dal punto di vista della ricerca scientifica”.
Ha poi preso la parola il Professor Pietro Calissano, neuroscienziato e co-fondatore insieme alla Prof. Rita Levi Montalcini della Fondazione Ebri, che ha illustrato i principali modelli terapeutici di cura delle malattie neurodegenerative alla luce delle ultime scoperte e acquisizioni del mondo scientifico. Calissano nel corso della sua lunga carriera professionale e accademica si è occupato di indagare i meccanismi di crescita delle cellule nervose a partire proprio dagli studi della neurobiologa italiana, premio Nobel, Rita Levi Montalcini. Queste scoperte stanno tracciando l’attuale frontiera della lotta contro l’Alzheimer e l’invecchiamento cerebrale precoce“. Calissano, ha ricordato che il mondo della ricerca di base e di quella clinica spesso non interagivano in sinergia per combattere le più devastanti malattie neurodegenerative. Oggigiorno si assiste ad un progressivo avvicinamento operativo e spesso una scoperta nel campo della ricerca di base può essere utilizzata per la sua applicazione clinica in tempi brevi. Una interazione operativa fra EBRI e OSA rappresenterebbe un segno concreto di questa auspicata sinergia.”, ha ricordato il Prof. Calissano.
L’ESPERIENZA OSA E IL MODELLO D’INTERVENTO NEL SERVIZIO ADI
Francesco Giuffrida, Direttore sanitario OSA, ha ripercorso il lungo cammino professionale ed umano del sodalizio della Cooperativa, che ha condotto amici medici neo-laureati nei lontani anni Novanta del secolo scorso a confrontarsi con condizioni gravi quali l’HIV, proponendo un’assistenza innovativa, integrata e domiciliare. “In 35 anni, OSA ha intrapreso un percorso di crescita continuo che ha portato la Cooperativa ad affermarsi come uno dei principali player del panorama sanitario italiano”, ha ricordato il dottor Giuffrida. “Una storia in costante evoluzione, con una compagine sociale sempre più grande, professionale, innovativa e multietnica, in grado però di custodire lo spirito originario: quello di mettere sempre al centro il benessere e la salute degli assistiti”.
Amalia Allocca, Direzione Programmazione OSA, si è soffermata sulle principali caratteristiche degli interventi domiciliari, che, sottolinea, “non stravolgono la vita sociale e affettiva dell’anziano e consentono anche il dispiegamento di un’attività riabilitativa costante in grado di accompagnare il paziente nel tempo, garantendo una migliore qualità della vita. La dottoressa Allocca ha poi proseguito il suo intervento fornendo alcuni dati sulla demenza senile in Sicilia e sulle prospettive di intervento: “Secondo alcune ricerche da noi effettuate, solo a Palermo sono 19mila le famiglie con almeno un parente colpito dalla malattia. Su un milione e 350mila persone in Italia, secondo i dati del 2018, circa il 50 per cento di queste sono affette da demenza senile e di queste il 20 per cento dal morbo di Alzheimer. In Sicilia non esiste un centro davvero strutturato. Il nostro obiettivo è quello di rilevare un vecchio borgo o una struttura e trasformarli in un Villaggio dell’Alzheimer. Questo tipo di struttura, nata in Olanda, esiste già in Italia a Monza e a Roma. In questo progetto i pazienti potrebbero circolare liberamente, godere di un buon livello assistenziale medico e sociosanitario e di tutti quei servizi quotidiani che vanno dalla farmacia al supermercato, fino alla bottega artigianale”.
Mario Sanfilippo, Direttore Commerciale OSA ha aperto la sessione pomeridiana ricordando che l’Italia “sta vivendo una vera e propria ‘rivoluzione demografica’ a causa dell’allungamento della vita media, che porterà nel giro di pochi anni ad avere una popolazione composta per oltre un terzo da anziani e che questi inevitabilmente saranno chiamati a fronteggiare patologie croniche multiple, portatrici di gravi disabilità sia cognitive che fisiche. Il modello dell’Assistenza Domiciliare Integrata, coltivato e realizzato da OSA in 35 anni di attività, attraverso un mix di interventi sanitari e sociali integrati in alternativa alla ospedalizzazione, è la ‘pietra angolare’ sulla quale realizzare un Servizio Sanitario Nazionale in grado di rispondere efficacemente ai bisogni di salute dei cittadini.”
IL PROGETTO DI OSA SICILIA
Isabella Padula, fisioterapista, entrando nello specifico della tipologia di intervento domiciliare OSA, si è soffermata su una prestazione riabilitativa molto importante nei casi di cronicità complessa, che contribuisce a migliorare la vita dei pazienti, cioè la riabilitazione cardio-circolatoria. Partendo dal dato oggettivo che in Italia le cause di morte per il 92% dei casi sono riconducibili a malattie croniche e che più della metà di queste sono patologie cardio-vascolari, la professionista OSA ha spiegato come puntare sull’incremento e lo sviluppo di programmi di cardiologia riabilitativa basati su riabilitazione domiciliare, training fisico e prevenzione porti benefici notevoli in termini di salute per le persone e di sostenibilità per il nostro Servizio Sanitario.
Floriana Crivello, Responsabile Sanitario OSA di Palermo, ha incentrato il suo intervento “sull’importanza della formazione per lo sviluppo di un servizio sanitario di livello avanzato in grado di adeguare l’intervento ai cambiamenti del mondo sanitario e della società” e “su come la programmazione dell’aggiornamento tra gli operatori sociosanitari OSA costituisca un momento di crescita fondamentale per tutta la Cooperativa in ogni metodo o procedura interna di lavoro, a partire dall’analisi dei bisogni fino alla verifica dei risultati raggiunti”.
La sessione pomeridiana è proseguita con una tavola rotonda dal titolo ‘ADI e Province: una sfida quotidiana’, dove rappresentanti delle istituzioni, manager territoriali (tra i quali ben quattro direttori Asp) e professionisti del settore si sono confrontati sulle principali problematicità della Sanità siciliana, moderati dal giornalista Francesco Di Frischia del Corriere della Sera.
Nel corso del dibattito sono emerse le numerose criticità ma anche le straordinarie opportunità di un percorso di adeguamento delle politiche sanitarie e dei modelli prestazionali avviato anche in Sicilia, che vede il servizio di assistenza domiciliare sempre più in primo piano per la sua capacità di avvicinarsi concretamente ai bisogni di cura quotidiani di un numero sempre maggiore di persone.