Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità audito in Senato sulla legge delega al Governo: rispondere alle esigenze dei non  autosufficienti e aiutare il Ssn. Con operatore sociosanitario specializzato si potrebbero ridurre del 30% i ricoveri impropri

“Bene la legge delega al Governo. È l’inizio di una riforma storica attesa da almeno 20 anni, che però deve passare attraverso una sapiente programmazione del personale.  Occorrono risposte rapide e su alcune di queste siamo pronti a dare il nostro apporto. Per l’assistenza primaria proponiamo l’operatore  sociosanitario specializzato, una figura che aiuterebbe anche il  sistema ospedaliero, contribuendo a ridurre del 30% i ricoveri  impropri, nota criticità del Servizio sanitario nazionale”. Sono le parole di Giuseppe Milanese, presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, audito dalla 10a Commissione del Senato sulle deleghe al Governo in materia di politiche in favore  degli anziani non autosufficienti. Il suo intervento ha suscitato l’attenzione di alcune delle più autorevoli testate nazionali che ne hanno rilanciato i contenuti.

“L’adozione di una legge quadro per gli anziani non autosufficienti – prosegue – giova alla coesione sociale e, in prospettiva, può avere un rilevante impatto occupazionale, soprattutto per le giovani  generazioni in termini di lavoro qualificato. Abbiamo registrato con preoccupazione negli anni l’andamento dell’assistenza primaria in  questo Paese, che ha un’età media di 46,2 anni, ma oltre la metà dei  nostri anziani non autosufficienti non riceve servizi di tipo  sanitario né di tipo sociale. Viviamo tanto, ma non in buona salute e  pesa anche la disuguaglianza territoriale. La legge delega può dare  finalmente delle risposte importanti anche per garantire l’omogeneità  del sistema sanitario”. Secondo Milanese, occorre “porre l’accento  sulla libertà di scelta, sul merito e sulla qualità”, accelerare “il  percorso di affidamento dei servizi accreditati, in modo che possano  essere i cittadini a scegliere e valorizzare le reti  multiprofessionali, connettendo anzitutto medici di base e farmacie  dei servizi ed erogatori sociosanitari sul territorio. È necessaria  la misurazione dei risultati in termini di qualità e sostenibilità  economica dei servizi”.

Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità non ha dubbi: “Abbiamo più  badanti che personale impegnato nel sistema assistenziale – rimarca -. Se ci sono risorse aggiuntive, occorre investire in un sistema in  grado di fornire prioritariamente servizi agli anziani”. Per “questo  importante lavoro ribadiamo la più ampia disponibilità a dare il  nostro contributo per collaborare fattivamente con il Comitato  interministeriale per la popolazione anziana finalizzato ad  armonizzare anche a livello territoriale il sistema dei servizi, dando il giusto valore anche all’aspetto umano di chi presta assistenza”.

(fonte: Adnkronos Salute)

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