Il disegno di legge che contiene norme per il contrasto delle false cooperative sta per entrare nel vivo dell'esame parlamentare al Senato

 

Il provvedimento, assegnato alla X Commissione permanente Industria, Commercio e Turismo del Senato, era stato presentato lo scorso 9 febbraio a Palazzo Madama dopo che, nei mesi scorsi, l'Alleanza delle Cooperative Italiane, coordinamento formato da AGCI, Confcooperative e Legacoop, aveva raccolto, grazie alle aiuto di tutte le cooperative coinvolte, oltre 100 mila firme in tutta Italia per sottoporre all'attenzione delle Camere una legge d'iniziativa popolare.

 

Una campagna sentita e partecipata da molte realtà cooperative, tra cui anche OSA, impegnata nelle sottoscrizioni durante l'Assemblea dei soci dello scorso 3 luglio. Sono stati tanti, infatti, i soci della Cooperativa che, alla presenza di un notaio, hanno firmato i moduli di adesione alla campagna.

 

L'obiettivo principale della legge è quello di vigilare in maniera stringente ed efficace sulle cosiddette false cooperative, vale a dire quei sodalizi che utilizzano in maniera strumentale la forma giuridica della cooperativa per perseguire finalità del tutto estranee a quelle mutualistiche.

 

La settimana scorsa, in commissione Industria a Palazzo Madama, è scaduto il termine previsto per gli emendamenti al ddl proposto da Massimo Caleo (Pd) e adottato dalla commissione di Palazzo Madama come testo base in luogo di una proposta molto simile presentata al Parlamento dal Consiglio regionale lombardo. Svolto anche un breve ciclo di audizioni, da fine aprile a fine maggio scorso. Poi il comitato ristretto ha deciso di convergere sul ddl Caleo, firmato da 37 senatori di differenti schieramenti politici, presentato appunto lo scorso 9 febbraio in Senato.

 

Secondo gli ultimi dati diffusi in un convegno modenese organizzato da Legacoop, presenti il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, il fenomeno delle false cooperative mette a rischio oltre 4 mila cooperative “buone” e produce una perdita netta in termini fiscali e previdenziali di oltre 750 milioni di euro l'anno, mentre sono oltre 120 mila i lavoratori impiegati senza tutele o garanzie parziali.

 

 

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