La storia di Iole è quella di altri anziani fragili assistiti, accuditi, aiutati dal progetto di Nontiscordardimé Senior, promosso da OSA in collaborazione con il Policlinico Gemelli, l'Università Cattolica del Sacro Cuore e il Vicariato di Roma. Settantasette anni, residente nel quartiere di Torrespaccata, dove abita dal 1964, Iole ha conosciuto gli operatori del progetto nella parrocchia Regina Mundi.

 

È nella sua parrocchia, come avviene in molte altre sparse per la Capitale, che Iole ha effettuato le visite di controllo con i medici e gli altri professionisti sanitari del progetto a bordo dell’ambulatorio mobile, partecipando anche alle giornate di prevenzione, alle passeggiate, alle sedute di ginnastica all’aperto nell’ambito dei Gruppi di Cammino.

 

Anche nel periodo difficile della pandemia e del lockdown, grazie all’impegno degli operatori, la signora è stata seguita da Nontiscordardimé attraverso i servizi digitali di tele assistenza e di compagnia a distanza che le hanno consentito di mantenere l’appuntamento settimanale con le lezioni di ginnastica dolce, preservando la forma fisica nella sicurezza delle proprie mura domestiche.

 

“Più volte – racconta – ho ricevuto le chiamate della dottoressa Calabrese (Cristina Calabrese, medico geriatra, responsabile sanitario di Nontiscordardimé Senior ndr) nelle settimane in cui con mio marito siamo rimasti in casa per il Coronavirus. Anche se le mie figlie e i nipoti, che abitano qui vicino a Cinecittà Est, cercavano di raggiungerci appena possibile, le giornate da marzo ai primi di giugno sono state molto difficili”, prosegue Iole.

 

“Ho dovuto interrompere i controlli dal cardiologo e non ho potuto svolgere le normali visite dal medico di base. Grazie alla dottoressa e agli operatori di Nontiscordardimé io e mio marito ci siamo sentiti meno soli”. Anche per Iole, che ha raggiunto un’età importante, cominciano a farsi sentire gli acciacchi e la signora deve fare i conti da un po’ di tempo con fastidiosi attacchi di panico. All’improvviso perde le forze e viene assalita da un malessere che le fa perdere ogni contatto con il mondo che la circonda: “Questi attacchi di panico mi vengono quando mi riaffiorano alla mente alcuni ricordi lontani della mia vita passata. Episodi di difficoltà e sofferenza che ho vissuto quando ero più giovane. Ho perso mia madre durante l’adolescenza e con mio padre ho sempre avuto un rapporto difficile” precisa la signora.

 

“La dottoressa Calabrese ha individuato il problema che crede si sia accentuato per la paura del contagio e in questi giorni mi è stata vicino con consigli pratici su come comportarmi quando si verificano questi eventi. Un grande giovamento inoltre l’ho ottenuto dalle lezioni di ginnastica a distanza che seguo da casa con WhatsApp, ogni mercoledì mattina e che mi permettono di restare in contatto con le mie amiche della parrocchia”.

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