A Roma è conosciuto come lo “chef dei poveri” – epiteto che ben definisce tanto la sua storia quanto le sue scelte di vita, e in un senso tutt’altro che privativo. Già, perché proprio di scelte si tratta: 13 anni fa, si direbbe per caso (ma in realtà, direbbe lui, nulla accade senza una ragione), Dino Impagliazzo comincia, senza impegno, ad aiutare i poveri della Stazione Termini di Roma. Parte da un caffè, poi da un singolo pasto – e, nel giro di pochi mesi, comprende e sceglie quello che sarebbe stato il suo compito: nutrire chiunque, nella città, non avesse un pasto caldo da mangiare.  

Inizia così la sua avventura, e quella di tutti coloro (sempre di più) che si associano a quella che ormai è per lui una missione. Dapprima Dino riunisce tutti a casa sua – “arrivavamo a non più di 50, 60 persone”, dice. Poi, mano a mano, i numeri crescono: la realtà creata da Dino si costituisce Associazione sotto il nome di 'Associazione di Solidarietà Appio Latino Tuscolano', perché questa è la parte di Roma dove maggiormente opera.  

Fino ad arrivare ad oggi, quando, immersa in una rete di 300 volontari, la missione di Dino (90) si chiama 'RomAmor'. Nome diverso – eppure, stessa spiaggia e stesso mare. Solo, entrambi molto più estesi, visto che i pasti distribuiti dalla Onlus toccano varie zone di Roma. Tuscolana, San Pietro, Ostiense: tre grandi poli metropolitani, come grandi, anzi enormi, sono i quantitativi di cibo che RomAmor settimanalmente distribuisce. Quel cibo che sa di buono, non solo quanto a gusto.  

Il numero 4 del Magazine 50MILA VOLTI esplora e racconta tutto questo nella sezione Reportage, con un accompagnamento fotografico che, già da solo, basterebbe a trasmettere il senso del racconto.  

 

Per leggere l’articolo pubblicato sul numero 4 del Magazine 50MILA VOLTI e approfondire la storia di Dino, clicca qui

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