“Dal momento in cui prestiamo giuramento formale presso il Tribunale, prendiamo in carico queste persone a 360° e mettiamo in campo tutte le risorse possibili per farle stare meglio”. Anna Manganaro, psicologa, riassume con queste parole il senso del servizio di tutele, curatele e amministrazione di sostegno che OSA gestisce a Latina, in convenzione con il Comune. Un modello organizzativo atipico, che normalmente non si riscontra nei comuni. Un servizio diverso rispetto a tutti quelli erogati dalla Cooperativa, a cui Anna si dedica anima e corpo insieme alla sua collega Olivia Galante. Insieme si prendono cura – proteggono, si potrebbe dire – di 28 persone seguite, secondo le disposizioni del tribunale, attraverso gli istituti giuridici di tutela legale, giudiziale, curatele e amministrazione di sostegno. Insieme hanno illustrato modalità operative e raccontato alcune testimonianze dirette del loro lavoro nel corso di un convegno, promosso dalla Asl del capoluogo pontino lo scorso 18 Marzo, a cui hanno preso parte referenti dell'amministrazione comunale, giudici e avvocati del tribunale di Latina.

 

A CHI SI RIVOLGE. “Si tratta di persone che a vari livelli presentano una condizione di non autosufficienza e che non sono più in grado di gestire i propri interessi e le proprie risorse economiche”, afferma Giuseppe Taddeo, psicologo e coordinatore del servizio. “Verso questi soggetti deboli, spesso anziani, il giudice tutelare nomina un curatore, un tutore o un amministratore di sostegno mettendo in moto l'impianto protettivo di cui OSA si occupa a livello organizzativo, socio-sanitario, assistenziale”.

 

COME FUNZIONA. Anna Manganaro e Olivia Galante, dopo aver ricevuto mandato dal Comune attraverso la loro referente comunale dott.ssa Brunella Mazzotta, prestano formale giuramento presso il Tribunale per l'avvio di un percorso di aiuto che è conforme con quanto stabilito dal giudice tutelare. C'è un iter procedurale ben definito che prevede, dopo la presa visione dei documenti presso la cancelleria, l'analisi del contesto familiare, delle condizioni economiche e della dimensione sociale della persona tutelata. Si costruisce così una rete di supporto con i vari servizi territoriali tra cui il DSM (Dipartimento di Salute Mentale), le varie RSA e, soprattutto, i Servizi Sociali. OSA realizza quindi intorno ai tutelati un network con le realtà che operano sul territorio e attiva un processo di protezione e presa in carico pressoché totale.

 

BISOGNI DELICATI E STORIE DIVERSE. “Le persone che assistiamo hanno bisogni molto delicati, soprattutto perché non possono usufruire di altre forme di sostegno e aiuto – racconta ancora Anna –. Si tratta di storie di vita coinvolgenti e diverse tra di loro: spesso ci troviamo ad affrontare casi di solitudine e di marginalità sociale, pur in presenza di una condizione socio-economica elevata o comunque accettabile. In altre circostanze il tribunale ci affida soggetti che sono coinvolti in contese familiari o con familiari che sono presenti, ma mirano a speculare sulla condizione economica del tutelato. Per OSA rappresenta l'inizio di un percorso importante, che in prospettiva con l'invecchiamento progressivo della popolazione, potrebbe rappresentare una sfida nuova, tutta da portare avanti”.

 

 

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