Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità è intervenuto alla trasmissione condotta da Andrea Pancani su La7
Il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese, è intervenuto questa mattina nel corso della trasmissione Coffee Break, condotta da Andrea Pancani su La7, confrontandosi con gli altri ospiti presenti – la sen. Ronzulli, il manager Chicco Testa e l’ex ministro Barbara Lezzi – sui principali temi d’attualità al centro del dibattito pubblico. In primis la quarta ondata del virus e la questione legata alle vaccinazioni. In qualità di esperto, Milanese ha spiegato come in materia di campagne vaccinali “il nostro Paese stia facendo bene, come confermano anche i dati soprattutto se confrontiamo i numeri con quelli di un anno fa. Non a caso l’Italia viene citata come esempio nel contesto dell’Europa”.
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Parlando invece del lavoro della Commissione Paglia impegnata nella ridefinizione di un nuovo paradigma di cura dedicato agli anziani, il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità ha raccontano come “la Commissione ministeriale presieduta da Don Vincenzo Paglia ha chiuso i lavori delineando quel continuum assistenziale che deve strutturarsi fuori dall’ospedale, quindi un’assistenza primaria che si va realizzato grazie al contributo delle realtà già presenti nella società civile. Questo è un grande Paese che ha al suo interno soggetti fortissimi: la rete sociosanitaria basata sul metodo cooperativo, quelle delle farmacie o della medicina di famiglia che, riorganizzata con capacità di dare presenza sul territorio e continuità, è una risorsa. Considero il PNRR una grande opportunità ma anche un grande rischio. Abbiamo un sistema sanitario pubblico eccezionale perché garantisce equità, solidarietà, accessibilità e c’è l’occasione per creare un sistema di assistenza primaria che possa dare alle persone quella che chiamiamo prossimità. Sono tutte parole di cui in questi anni abbiamo abusato e che dobbiamo finalmente far diventare realtà”.
“Invece”, ha chiosato Milanese, “ho l’impressione che dopo il Covid ci si distragga nuovamente, soprattutto perché, in merito alle risorse del PNRR, sento parlare di troppi mattoni, cioè delle case o degli ospedali di comunità, mentre abbiamo bisogno delle persone, degli assistenti formati e capaci di entrare nelle case per dedicarsi a pazienti con bisogni complessi”.