Oggi pomeriggio è andato in scena il digital debate “Valore e dignità alla persona. Le nuove politiche per l’assistenza sociosanitaria”, organizzato da Confcooperative Sanità insieme a Consenso Europa. Il presidente si è confrontato con autorevoli esponenti della politica e delle istituzioni. Tra questi i ministri Speranza e Stefani e Mons. Paglia 

“Sono particolarmente onorato di aver raccolto – per questa occasione di confronto – la disponibilità di alcune tra le principali figure istituzionali più sensibili alle tematiche sociosanitarie. Il Paese ha bisogno di un processo riformatore radicale ma le riforme, perché siano efficaci, non si realizzano a colpi di maglio: occorrono scelte convinte e condivise e questo sembra il momento storico più adatto.” Così avanza l’idea della necessità di un’urgente azione riformatoria il Presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese, nel corso del Digital Debate dal titolo “Valore e dignità alla persona“, organizzato insieme a Consenso Europa, sottolinea l’attenzione al tema presentando un piano d’azione propositiva.

“Il tema dell’assistenza primaria agli anziani è, paradossalmente, attuale da trent’anni: oggi la necessità di procedere alla sua realizzazione è stata catalizzata dalla pandemia”, ha proseguito Milanese. “La posizione di Confcooperative Sanità è chiara da tempo: occorre una regia nazionale unica, che superi le impasse originate dal Titolo V, costituendo un modello di continuità assistenziale incentrato sulla casa. Proprio un’assistenza domiciliare finalmente “matura” consentirebbe di dischiudere nuovi spazi occupazionali. I conti sono presto fatti: a fronte di 240 ore di assistenza all’anno ad un milione di anziani servirebbero 112mila operatori specializzati. Il PNRR, se utilizzato con scienza e coscienza, potrebbe servire da volàno”, ha infine concluso il Presidente.

Al dibattito, coordinato dal Vicedirettore de LA7 Andrea Pancani, sono intervenuti Erika Stefani, Ministra per le Disabilità; il Coordinatore della Commissione per la Riforma dell’Assistenza Sanitaria e Sociosanitaria, Mons. Vincenzo Paglia; la Vice Presidente del Senato, Paola Taverna; Annamaria Parente (IV), Presidente Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica; Paola Boldrini (PD), la Vice Presidente Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica ; Maria Teresa Bellucci (FdI) e Roberto Bagnasco (FI), Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati; Vanna Iori (PD), Matteo Richetti (Azione), Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica.

L’incontro è stato aperto da un videomessaggio del ministro della Salute Roberto Speranza: “la parola prossimità è la chiave su cui ricostruire il futuro del servizio sanitario nazionale. Vogliamo diventare il primo paese in Europa per assistenza domiciliare, superando il 10% con un grande investimento pubblico. Con il decreto Rilancio, l’Italia ha superato la media Ocse che è del 6%”. “La sfida dei prossimi mesi – ha concluso il ministro – sarà riformare il servizio sanitario nazionale e provare anche a far tesoro della lezione di questi mesi così drammatici. E la prima lezione fondamentale sarà proprio quella di rafforzare la sanità sul nostro territorio, di rafforzare l’idea di prossimità.”

Di interventi su misura per le persone con disabilità ha parlato la Ministra Stefani: «La pandemia ha messo in luce l’esigenza di indirizzare le scelte in campo sanitario verso un modello sempre più orientato a servizi territoriali, capillari e diffusi. In quest’ottica è ancor più urgente che alle persone con disabilità sia garantita un’attenzione puntuale. Per questo lavoriamo – ha aggiunto la Ministra – al fine di rendere effettivo il progetto di vita individuale, dove la persona deve diventare protagonista e i servizi devono essere ritagliati come un abito sartoriale sui suoi bisogni e desiderata».

Viatico del dibattito l’intervento di Monsignor Paglia che, a consuntivo di una campagna di audizioni e analisi in piedi dallo scorso settembre, ha potuto illustrare lo stato delle cose e una ipotesi di riordino da presentare al Governo: «Il cuore della riforma proposta dalla Commissione è costituito dalla “presa in carico” dell’anziano attraverso il cosiddetto “continuum assistenziale”, che prevede l’intero spettro dei servizi necessari agli over 65 in ambito domiciliare, semiresidenziale e residenziale. La novità più rilevante della proposta è che tutti gli erogatori di servizi sia pubblici che privati (convenzionati o meno) siano vincolati ad offrire l’intero continuum secondo proporzioni rigorosamente commisurate alla epidemiologia delle disabilità, della non autosufficienza e delle fragilità».

Il PNRR, secondo la Vice Presidente Taverna «rappresenta un’occasione unica per correggere, ricostruire e ripartire, immaginando nuove soluzioni in campo sanitario e socioassistenziale, anche e soprattutto dopo che la pandemia ha evidenziato una situazione in alcuni casi drammatica, spesso ascrivibile a decenni di scellerata gestione della sanità e delle risorse pubbliche».

«Occorre una soluzione nazionale – sottolinea la Presidente Parente – che preveda di affrontare tre punti fondamentali, quali: il rapporto Stato-Regioni, la questione pubblico-privato e la formazione di operatori sociosanitari, che lavorino in equipe coordinate con il personale infermieristico». 


Allineati anche Boldrini («Non vi è dubbio che la pandemia abbia rivelato le vulnerabilità di un SSN che ha retto l’urto, questo non va dimenticato, ma necessita oggi di un rafforzamento in varie direzioni»), Iori («Nel mettere al centro del servizio sanitario la casa ed il territorio, è importante puntare sulla formazione degli operatori sociosanitari per umanizzare la cura»), Richetti («Va profondamente riformato l’intero sistema sanitario, fatto di infrastrutture, dispositivi e apparecchiature ma anche e​ soprattutto di operatori che quotidianamente si sacrificano per salvare vite umane»), Bagnasco («La lacunosa organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale ha fatto emergere il problema dell’assistenza territoriale, impreparata a supportare chi aveva urgente necessità di cura a casa: gli investimenti in questo settore devono essere incrementati») e Bellucci («È assolutamente fondamentale che l’Italia passi da una modalità ospedalo-centrica al potenziamento dei servizi territoriali di prevenzione, di promozione della salute e di cure primarie»).

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