Si sta concludendo con la dimissione degli ultimi pazienti l'esperienza del Winter Garden Hotel di Grassobbio, la struttura in provincia di Bergamo gestita dalla Cooperativa OSA che dal 18 marzo scorso ha ospitato per una quarantena protetta oltre 200 pazienti Covid usciti dagli ospedali della bergamasca, autosufficienti ma non ancora negativizzati.
Un progetto unico nel panorama della sanità italiana, realizzato grazie all’iniziativa comune della Fondazione “Insieme con Humanitas”, della Congregazione Misericordia Maggiore – MIA, del Comitato “Abitare la cura” promosso dal quotidiano “L’Eco di Bergamo”, da Confindustria Bergamo e della Caritas Diocesana bergamasca, a cui ieri il Tg3 ha dedicato due servizi nelle edizioni delle ore 12.00 e delle ore 19.00.
Per oltre due mesi i professionisti di OSA hanno assistito i pazienti costretti all'isolamento che non avevano la possibilità di curarsi a casa. La Cooperativa ha garantito loro un'ospitalità alberghiera completa integrata da una serie di standard assistenziali assicurati da medici, infermieri, operatori sociosanitari sotto la supervisione dell'ATS di Bergamo e in continua comunicazione con gli specialisti e i reparti di provenienza degli assistiti.
Pazienti che ora, con il lento ritorno alla normalità, possono rientrare a casa, dalle proprie famiglie, perché come racconta il signor Franco ai cronisti del Tg3 “qui si sta benissimo, ma casa è sempre casa”. E perché finalmente “la vita va avanti”.
Un'esperienza quella dell'Hotel di Grassobbio, a cui si sono affiancate nel corso dell'emergenza altre 3 strutture analoghe per un totale di 600 pazienti, che rappresenta un modello virtuoso di medicina territoriale da seguire e che ha dimostrato di saper dare risposte efficaci ai bisogni di salute della popolazione.
“Oltre 200 pazienti non hanno portato l'infezione a casa e al tempo stesso hanno liberato posti letto in ospedale in un momento di grande emergenza, possiamo dire che l'obiettivo di questo progetto è riuscito”, spiega Vincenzo Trivella, direttore di OSA Lombardia ai microfoni del Tg3, che aggiunge: “Restare isolati per una media di 18 giorni all'interno di una camera di hotel non è facile, soprattutto dopo il periodo vissuto in ospedale da questi pazienti. Abbiamo cercato di stare vicini a loro in tutti i modi”.
“È un'esperienza che ci insegna che ci devono essere delle nuove modalità sul territorio per affrontare i problemi di salute dei cittadini, non necessariamente quelli legati al Covid. Un potenziamento della medicina territoriale è sicuramente necessario”, conclude Trivella.