L'88% degli italiani cerca informazioni sulla salute in rete, ma quasi metà si affida alle prime pagine trovate dai motori di ricerca senza preoccuparsi dell'attendibilità delle fonti. È quanto emerso dal sondaggio commissionato da IBSA Foundation per il workshop che si è svolto il 26 gennaio a Roma “E- Health: tra bufale e verità le due facce della salute in rete” promosso insieme a Cittadinanzattiva.

 

Alcuni dati. Gli intervistati della fascia di età 24-34 anni utilizzano intensamente il web come “supporto” alle loro ricerche ma sono più cauti rispetto ai 45-54enni. Diffidenti a priori (usano poco il web e lo percepiscono come fonte “ad alto rischio”) sono invece gli ultra 65enni.
Scarsa anche l'attenzione verso le fonti: il 44% si affida per abitudine ai primi risultati della pagina con una differenza rilevante tra i 18-24enni (55% del campione) e gli ultra 65enni (appena 22,7%).

 

Il primo decalogo per difendersi dalle bufale in rete. In occasione del workshop è stato stilato e presentato il primo decalogo sulla Health Literacy intitolato ‘Occhio alle fonte’. Riporta una serie di indicazioni e consigli pratici e di semplice comprensione per imparare a difendersi dalle informazioni incomplete o false che circolano in rete ma anche per migliorare la comunicazione tra medico e paziente. La prima e fondamentale regola del decalogo è di privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute ed affidabili.
Il decalogo è stato elaborato per essere utilizzato da tutti – cittadini e pazienti – ma può essere strumento particolarmente utile ad alcune categorie di persone, come ad esempio gli anziani – meno “smaliziati” rispetto alle possibili “trappole” del web – e i giovani genitori che, alle prese con le tante problematiche che si incontrano nei primi anni di vita di un bambino – dall’allattamento allo svezzamento fino ai vaccini e alle malattie infettive – si rivolgono al web alla ricerca di informazioni e di consigli.

 

(fonte Ansa.it)

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